Family day e amore eterogalattico

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Ataru e Lamù:
Ataru Moroboshi è una sorta di antisamurai. Il Giappone teme lui e quelli come lui molto più di qualsiasi kaiju emerso dalle acque del Pacifico. Del tutto immune ai modelli di valori, al senso del dovere e al sistema-scuola, Ataru è indolente, fannullone patologico e ossessionato dal pensiero topa-centrico. Insomma, appartiene alla categoria di persone con cui è difficile convivere e che una madre picchierebbe con l’aspirapolvere mentre poltrisce sul divano di casa, ma come protagonista di un manga o di un anime ha pochi rivali.
In qualità di personificazione del fallimento, più che un eroe sarebbe un perfetto capro espiatorio. Magari è per questo che il computer l’ha scelto per contrastare l’invasione aliena, o per spalancarle le porte con la sua mediocrità. Le sorti del mondo si giocano sull’elastico di un reggiseno, bizzarro effetto farfalla, e sulla trovata geniale di un giovane erotomane.
La salvezza della Terra costa ad Ataru il rapporto con la sua ragazza terrestre e riceve in cambio l’estorta convivenza con un’aliena che si è autoproclamata sua moglie e con un lanciafiamme volante che solo per caso ha le fattezze di un bambino.
Lunghi capelli verdi e fisico da modella, Lamù gira sempre con un bikini tigrato e diventa il sogno erotico di un intero liceo. Un’orda di adolescenti con un unico pensiero fisso in testa si scorda le corna, i canini da lupo e il fatto non trascurabile che il soggetto in questione lanci scariche elettriche. Con ogni evidenza, chi invidia ad Ataru la vicinanza con l’aliena, considera le donne alla stregua di un mero supporto che consente alle tette e alla topa di deambulare.
Il Moroboshi, in realtà, si trova al centro di un esperimento socio-familiare in precedenza solo abbozzato da Alcor e Maria (con l’attenuante che ad avvicinarsi a Maria non si rischiava di restare folgorati) o da Mork e Mindy. Chi sbava all’idea di avvicinare Lamù ignora quanto possa essere complicato convivere con un altro essere umano (uomo o donna che sia). Condividere l’intimità, lo spazio, il letto e mettere gli spazzolini nello stesso contenitore è spesso un salto nel vuoto e possono sorgere mille complicazioni anche se non rischi di rimanere folgorato quando la tua lei si avvicina all’orgasmo.
La vicinanza può diventare cattività, si può litigare anche per una tavoletta del water alzata o il tappo di un dentifricio vagante e se uno dei due vola, lancia scariche elettriche e può aizzarti contro un cognato sputa fuoco, le cose si complicano parecchio. Adolescenti di ieri e di oggi che avrebbero dato un braccio per non limitarsi al fai da te e hanno pensato “ah, io al posto di Ataru…” hanno capito col tempo e con l’esperienza che trovare la naturale collocazione del proprio membro non è la parte più difficile.

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